Ho acquistato la casa vicino al posto di lavoro, è in costruzione e devo eseguire dei lavori di modifica al progetto originale per abbattere delle barriere architettoniche (es. allargare le porte a 90 cm., tapparelle elettriche, porta blindata elettronica, scivoli sui balconi, spostamento tavolati, piano doccia a pavimento, etc.) Per avere un contributo ai sensi della Legge in oggetto dovrei spostare la mia residenza a Milano dove lavoro (ora ho la residenza vicino al Lago di Como), mentre per usufruire delle agevolazioni sulla prima casa (es. IVA al 4% etc. etc.) non è necessario il cambio di residenza, ma basta la certificazione dell'azienda di svolgere l'attività prevalente a Milano. Mi sembra un ingiusto limite e vincolo della legge sulle barriere architettoniche, a maggior ragione, anche perchè si rivolge a disabili o equiparati, mentre la legge sulle agevolazioni alla paima casa è rivolta a tutte le persone.Magari in futuro opterò liberamente di cambiare residenza ma mi sembra ingiusto sia la legge sulle barriere architettoniche che mi costringa a farlo.Chiedo se sia possibile ovviare a quanto sopra espresso o se esistono eccezioni già nella casistica. |
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La situazione esposta non può beneficiare del contributo statale ai sensi della Legge n.13/1989. Ciò non soltanto perchè non si tratta dell'abitazione principale dove Egli risiede tuttora, vi è un secondo motivo che impedisce di beneficiare del contributo, questo viene concesso alle persone con disabilità che intendano eliminare le barriere architettoniche nelle unità immobiliari preesistenti e non in quelle ora in costruzione, per la modifica del progetto originario, come nel caso specifico. |
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